Per agevolare la ripresa dell’industria dell’auto occorre sì che lo Stato emani provvedimenti come l’ecobonus per l’acquisto di vetture green ma contemporaneamente occorre che vengano erogati aiuti per le case automobilistiche in modo da poter mettere in cantiere progetti per creare il futuro. Lo ha detto Luca De Meo, presidente e amministratore delegato del Gruppo Renault, incontrando i giornalisti durante una visita presso il quartier generale di Renault Italia a Roma, lo stesso dove 28 anni fa ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’auto, ad un anno dalla sua nomina a Ceo della Casa della Losanga.
“Se tu metti 1 euro di incentivi alla vendita – ha detto De Meo – ne recuperi 1,1. Se ne metti 1 sulla produzione ne recuperi 4”. In particolare De Meo ha sottolineato che gli incentivi per l’acquisto di vetture elettriche e ibride plug in sicuramente possono agevolare per creare la domanda: “io metterei i soldi sulle vetture elettriche e sulle plug in perchè sono auto relativamente costose e quindi con gli incentivi si invoglia all’acquisto”. Ma per far riprendere il mercato dell’auto, secondo De Meo bisogna lavorare anche sull’usato.
“Occorre svecchiare il parco circolante e far passare chi ha auto euro 2 o euro 3 a vetture, anche usate, euro 6. Così facendo abbiamo abbassato le emissioni inquinanti e contemporaneamente aumenterebbe il valore residuo dell’usato e porterebbe di conseguenza anche benefici sul nuovo”.
Inoltre secondo De Meo è importante lavorare sulle infrastrutture. “Se io dovessi dare un suggerimento ad un capo di governo – ha affermato – gli direi di investire in infrastrutture, nella defiscalizzazione per creare ecosistemi produttivi specializzati in tecnologia avanzate che altrimenti non sarebbero competitivi in paesi come la Francia o l’Italia.
Bisognerebbe mettere gli investimenti più in alto possibile, ma per far questo bisogna avere le capacità”.
Una ricetta per rilanciare l’industria dell’auto secondo de Meo potrebbe essere la creazione di “zone franche verdi” per le case che investono in mobilità green. “Non è un’idea rivoluzionaria perché era già stata attuata per ridurre la disoccupazione nei Paesi dell’est negli anni ’90. La creazione di zone franche verdi con riduzioni delle tasse di produzione e degli oneri sociali sarebbe una soluzione abbastanza intelligente per accelerare la trasformazione in alcuni settori”. Un modello che De Meo ha illustrato nei giorni scorsi al governo Macron e che, secondo lui, potrebbe essere attuato anche in Italia. Nell’ambito della Renault, ha citato l’esempio di Electricity, un complesso industriale in Hauts-de-France attorno a tre stabilimenti esistenti che produrranno, tra l’altro, la nuova R5 elettrica. “Potrebbe metterci nelle condizioni di dimostrare che siamo capaci di produrre un’auto elettrica democratica nel cuore dell’Europa, nel cuore del Paese invece che in Marocco o in Turchia”.
Riguardo i nuovi standard sulle emissioni che dovrebbero essere presentati dalla Commissione europea nei prossimi giorni, il Ceo del Gruppo Renault ha auspicato che venga salvata la tecnologia ibrida, “l’unica in grado di garantire un’alternativa per chi non potrà avere accesso alle auto elettriche ancora a lungo. Se dal 2035 venissero proibiti i motori a combustione – ha spiegato – potrebbero presentarsi due scenari: si aboliscono tout court, oppure si ammettono, ma solamente in versione full o plug-in hybrid. Noi crediamo che queste tecnologie siano da salvaguardare, perché non sappiamo se per allora il costo delle auto elettriche sarà sceso a sufficienza da renderle accessibili a tutti. Senza contare che se la fine dei motori termici venisse annunciata creerebbe già ora una distorsione del mercato, con un impatto immediato sulla domanda”.
Infine De Meo ha posto l’accento su un’altra grande priorità per vincere la riluttanza verso la mobilità green: la rete di ricarica delle auto elettriche. “Italia e Spagna – ha detto – sono il fanalino di coda dell’Europa per quanto riguarda i punti di ricarica di vetture full electric sulla rete urbana, extraurbana e autostradale. Occorre investire velocemente in queste infrastrutture”.
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