In principio c’era la station wagon. Prima che esplodesse la “moda” di monovolume e suv, negli anni Ottanta- Novanta le auto “familiari” facevano tendenza e Opel era leader di questo segmento nel mercato europeo. Negli anni precedenti l’immagine della station wagon aveva subito un radicale mutamento. Quella che in origine era una vettura da lavoro, diventava progressivamente un pratico ed elegante mezzo per il tempo libero, i viaggi, gli hobby e lo sport. Una vettura spaziosa, comoda e funzionale, ma anche elegante e piacevole da guidare.
   

Venticinque anni fa, nel 1996, Opel Astra era da tre anni la station wagon più venduta in Europa e Opel Omega sw la preferita nel suo segmento. In questo contesto fu quindi logico e naturale per casa tedesca realizzare una versione station wagon della seconda generazione di Opel Vectra, il modello intermedio tra Astra e Omega, da inserire accanto alle Opel Vectra berlina a due e tre volumi lanciate l’anno prima, e completare al tempo stesso la sua offerta in un segmento di mercato in continua espansione.
    La prima Opel Vectra station wagon riprendeva il concetto della Opel Ascona Voyage del 1970, elegante e spaziosa, e lo sviluppava proponendo al pubblico un’ampia scelta di versioni e di motorizzazioni (da un rivoluzionario turbodiesel a iniezione diretta con 4 valvole per cilindro ad un potente 2.500- V6 a benzina) abbinata ad un comfort di marcia e a una serie di equipaggiamenti che ne facevano una vettura piacevole da guidare. C’era poi un pacchetto di dotazioni di sicurezza, che comprendeva airbag “full-size” e pretensionatori delle cinture, che si sarebbe presto arricchito degli airbag laterali.
    Quella prima Opel Vectra station wagon riscosse un grande successo di pubblico e quando, nel 2002, arrivò sul mercato la terza generazione di Opel Vectra anche questa fu proposta anche in versione station wagon. Portò con sé equipaggiamenti come il FlexOrganizer che permetteva di sfruttare il bagagliaio in modo versatile, sicuro ed ordinato. Il comfort di marcia e il comportamento su strada beneficiavano invece del passo lungo e di una nuova evoluzione del sistema IDS (Interactive Driving System) di guida interattiva che rappresentava un importante contributo alla sicurezza di guida in quanto era in grado di fare intervenire in modo selettivo fino a tre freni contemporaneamente per correggere eventuali situazioni critiche.
    (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA