In attesa del reveal digitale, davanti alla stampa internazionale, in programma il prossimi primo settembre, Opel ripercorre la storia di uno dei suoi best-seller: la Astra. La compatta da sempre innovativa e di grande successo oggi arriva alla soglia dei trent’anni con uno stile nuovo ma una identica mission: con Astra prosegue infatti la tradizione di Opel Kadett di proporre innovazioni d’avanguardia.
Con quasi 15 milioni di unità vendute nel corso di cinque generazioni, la compatta del fulmine intende democratizzare la tecnologia di bordo e si presenta ora sul mercato anche in una versione plug-in hybrid: con trazione elettrica accanto ai motori diesel e benzina.
Dal lancio nel 1991 ad oggi ne sono passati di anni e generazioni: trent’anni fa l’auto ereditò dalla Opel Kadett la tradizione di portare per prima innovazioni nel segmento di mercato delle auto compatte, rendendole accessibili per il grande pubblico. Quando Opel Astra fu presentata in anteprima mondiale nel 1991, il mondo era in fase di cambiamento. La nuova generazione della compatta Opel incarnava totalmente lo spirito dell’epoca. Aveva infatti un nuovo nome – Astra, come la gemella britannica di Vauxhall – e un gran numero di sistemi di sicurezza innovativi, come i tensionatori delle cinture di sicurezza anteriori.
Nel 1997 l’evoluzione fu rappresentata dalla Astra G con i tecnici che si ispirarono al film “Jurassic Park” per la progettazione. Ciò non vuol dire che si decise di clonare il modello dal Dna di un dinosauro. Ma i designer utilizzarono un programma Cad di progettazione assistita chiamato Alias che era stato sviluppato in origine per i film di animazione computerizzata come il campione d’incassi hollywoodiano. Questo software permise al team di lavorare sul nuovo modello in un ambiente tridimensionale virtuale.
Nel 2003, anche l’Astra H fu un vero successo. Durante l’anteprima della terza generazione al Salone dell’Automobile di Francoforte, la rivista specializzata tedesca “auto motor und sport” chiese ai propri lettori quale era stata la compatta che avevano preferito al salone. La nuova Opel ottenne una vittoria travolgente con il 52 per cento dei voti.
Con la quarta generazione, Opel decise di saltare la lettera “I” per evitare confusioni con il numero “1”. Nel 2009 spettò quindi all’Astra J portare per la prima volta nel segmento delle compatte le tecnologie d’avanguardia della berlina media Opel Insignia, anch’essa di grande successo. Grazie ai fari anteriori AFL+, Astra riusciva a guardare intorno alle curve, mentre la telecamera anteriore Opel Eye oltre a riconoscere i cartelli stradali era anche in grado di avvisare se la vettura rischiava di superare inavvertitamente i limiti di carreggiata.
Proseguendo una tradizione ormai duratura, anche l’Opel Astra K si distinse per le sue tecnologie di illuminazione. La “European Car Of The Year 2016” fu la prima a portare nel segmento delle compatte i fari anteriori attivi Intelli-Lux LED matrix, fino a quel momento appannaggio esclusivo dei modelli di lusso e premium di segmenti superiori. Inoltre, la nuova Opel Astra K si distinse una volta di più per il comfort con l’introduzione dei sedili anteriori ergonomici certificati dagli esperti di postura di AGR. Questi sedili potevano perfino essere dotati delle funzioni di ventilazione e massaggio, proprio come sulla nuovissima Opel Astra.
Con l’annuncio del modello del 2021, Opel Astra entra nella sesta generazione e inizia una nuova epoca. Per la prima volta questa vettura compatta sarà disponibile anche con trazione elettrica, in versione ibrida plug-in a due livelli di potenza.