Nell’ambito della partnership con l’organizzazione per la tutela dell’ambiente marino Healthy Seas, Hyundai ha supportato un’attività di esplorazione e conservazione dei fondali vicino a Lampedusa. Assieme al noto esploratore marino Mario Arena – che dal 1994 ispeziona i fondali di tutto il mondo alla ricerca di siti archeologici sommersi – la squadra dei 14 volontari della Society for the Documentation of Submerged Sites (SDSS) ha scandagliato l’area marina intorno a Lampedusa per circa un mese tra giugno e luglio 2021, per identificare e documentare diversi relitti derivanti dalla Battaglia del Mediterraneo, avvenuta tra il 1941 e il 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale, con il fine ultimo di proteggerli.
    Questa collaborazione ha l’obiettivo di combattere l’inquinamento degli oceani, coltivare ecosistemi marini sostenibili e sostenere un’economia circolare, in linea con la strategia globale di Hyundai, all’avanguardia nelle soluzioni eco-sostenibili per una mobilità pulita.
    I relitti forniscono infatti un habitat ottimale, agendo da barriera corallina e fornendo riparo a diverse specie marine.
    Allo stesso tempo, è proprio sui relitti che si incagliano spesso le reti da pesca abbandonate. Si stima che ogni anno oltre 640 mila tonnellate di chilogrammi di attrezzatura da pesca vengono abbandonate nell’oceano, portando a gravi conseguenze per la vita marina. Per mitigare l’impatto di questo inquinamento, oltre all’attività di ricerca, i team di Healthy Seas e Ghost Diving hanno recuperato le reti da pesca che ricoprivano due relitti durante le quattro settimane di permanenza.
    Scendendo fino a 76 metri di profondità, a poco più di 30 chilometri dalla costa di Lampedusa, i subacquei hanno trovato una rete da traino recentemente persa sul relitto del piroscafo postale Egadi, e a causa delle sue grandi dimensioni è stato possibile rimuoverne solo la metà.
    La seconda rete è stata individuata a più di 60 chilometri da Lampedusa sul relitto Narval, un sottomarino francese affondato tre mesi dopo il primo varo nella Seconda Guerra Mondiale. Oltre a rimuovere la rete, liberando e salvando diversi animali marini in essa incastrati, il team ha anche installato una placca commemorativa in onore dei 50 membri dell’equipaggio.
    Il progetto a Lampedusa ha inoltre contribuito agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU per le Città e le Comunità Sostenibili (11.4), rafforzando gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo.
    Healthy Seas opera nell’ottica della creazione di un’economia circolare, per garantire una nuova vita ai materiali recuperati.
    Le reti da pesca in nylon, infatti, verranno prese in carico dall’organizzazione partner Aquafil, che si occuperà di pulirle, selezionarle e, insieme ad altri rifiuti di nylon, riciclarle producendo un nuovo materiale chiamato Econyl che può essere riciclato all’infinito e usato, ad esempio, come filato per realizzare abbigliamento sportivo, costumi da bagno, tappeti e persino per i rivestimenti interni delle auto come avviene nella nuova Hyundai Ioniq 5.
    La partnership con Hyundai sta consentendo a Healthy Seas di espandere i suoi programmi in tutta Europa. La collaborazione è cominciata ad aprile 2021 con un’attività di pulizia a Itaca, in Grecia, raccontata da BBC Storyworks attraverso il breve documentario “Turning Tides”. Oltre a Grecia e Italia, seguiranno progetti in Norvegia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna e Francia, nonché nel Mare del Nord e nel Mar Mediterraneo.
    In sintonia con la sua visione di Progress for Humanity Hyundai intende ristabilire un sano rapporto con la natura e quindi migliorare il benessere delle persone. Attraverso la collaborazione con Healthy Seas, Hyundai non solo punta a garantire un ambiente più pulito per le prossime generazioni, ma anche a dare forma a un futuro sostenibile per le comunità con cui lavora.

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