Nell’arco di dieci anni Ecopneus ha gestito 2.220.090 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (come il peso di 20 super portaerei ), 130 mila tonnellate in più rispetto agli obiettivi di legge (+6% in media ogni anno). Lo rileva la società senza scopo di lucro, che opera nella filiera degli Pneumatici Fuori Uso per circa il 60% del totale in occasione della presentazione del report sui 10 anni di attività, precisando di aver effettuato oltre 700mila missioni di raccolta presso circa 25mila gommisti registrati su tutto il territorio nazionale, con un impegno straordinario per il prelievo dei Pfu abbandonati nei territori della Terra dei Fuochi, per un totale di 87mila tonnellate. Grazie all’attività di recupero sono stati risparmiati oltre 1,15 miliardi di euro sulle importazioni di materie prime ed evitate emissioni in atmosfera per 3,36 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, prelievi di materie prime per 3,3 milioni di tonnellate e consumi di acqua di 15,5 milioni di metri cubi. Ecopneus gestisce in media ogni anno 200.000 tonnellate di Pfu, l’equivalente in peso di circa 22 milioni di pneumatici per automobile. In dieci anni di attività, il 48% dei Pfu raccolti è stato destinato al recupero di energia, mentre il 52% è stato avviato al recupero di materia per produrre principalmente granuli e polverini di gomma impiegati nei diversi settori applicativi: pavimentazioni sportive (50%), manufatti e componenti (29%), articoli in gomma (8%), isolanti acustici per edilizia (7%) e asfalti a bassa rumorosità (3%). In dieci anni di attività Ecopneus ha destinato oltre 13,5 milioni di euro in progetti di ricerca e sviluppo, ed è stata evitata l’emissione di oltre 3,36 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti (quanto 1,9 milioni di autovetture che percorrono 10.000 km in un anno), prelievi di materie prime per 3,3 milioni di tonnellate (l’equivalente in peso di 325 Tour Eiffel) e consumi di acqua di 15,5 milioni di metri cubi (un quantitativo superiore all’acqua erogata per il consumo medio giornaliero di tutta la popolazione italiana). Ridotte le importazioni di materiale vergine che complessivamente si attesta ad oltre 1,15 miliardi di euro, con risparmi per il Paese.

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