Rivoluzione della mobilità grazie all’idrogeno ma non utilizzando le celle a combustibile. E’ quanto propone il colosso tedesco dei motori Deutz ha infatti annunciati di aver sviluppato e industrializzato un propulsore a idrogeno da mandare in produzione dal 2024 in poi.
    Con il nuovo TCG 7.8 H2 Deutz – fondata come NA Otto & Cie. a Colonia nel 1864, è ora la più antica azienda di motori al mondo e uno dei principali produttori di sistemi propulsivi indipendenti al mondo – propone dunque al mercato un motore che brucia direttamente l’idrogeno e che soddisfa tutti i criteri di ammissibilità stabiliti dall’Ue per il livello zero delle emissioni di CO2.
    “Abbiamo già in produzione motori puliti e altamente efficienti. Ora stiamo facendo il passo successivo: il nostro motore a idrogeno – ha detto Frank Hiller, Ceo di Deutz AG – è pronto per il mercato. Questo rappresenta un traguardo importante che ci aiuterà a dare il nostro contributo agli obiettivi climatici di Parigi”.
    Il sei cilindri TCG 7.8 H2 si basa su un concetto di motore termico e utilizzando l’idrogeno come combustibile non solo funziona a zero emissioni di CO2, è anche molto silenzioso e fornisce – già in questa prima versione – 200 kW di potenza.
    Markus Müller, chief technology officer of Deutz AG, spiega: “Il sei cilindri TCG 7.8 H2 in linea di principio è adatto a tutte le attuali applicazioni coperte dalla gamma Deutz, come trattori, macchine edili, veicoli industriali. Ma a causa della attuale limitata infrastruttura di rifornmento è probabile che venga utilizzato per primo in apparecchiature fisse, per generatori e nei trasporti ferroviari”.
    L’idea di far funzionare un motore a combustione interna direttamente con l’idrogeno non è nuova. Nel 2006 Bmw aveva già costruito diversi prototipi basati sulla berlina Serie 7. Ad essere alimentato da idrogeno era il motore V12 da 6 litri capace in questa versione ‘bifuel’ (c’era una riserva di benzina) di erogare 260 Cv. Il programma si sviluppò sulla costruzione di 100 unità da affidare a testimonial ed esperti, ma venne abbandonato non solo perché forse troppo in anticipo sui tempi (allora non si parlava che minimamente di problemi dei gas serra) ma soprattutto per la quasi totale assenza di punti di rifornimento. 
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA