All’orizzonte del mare agitato della crisi dei semiconduttori, arriva da Taiwan una possibile schiarita sui tempi di uscita da questa impasse che sta penalizzando l’industria automobilistica di tutto il mondo. Come precisa il sito specializzato The Detroit Bureau, a dichiararsi ottimista ipotizzando che la fornitura globale di chip possa tornare a livelli normali dopo l’ultimo trimestre di quest’anno è addirittura il Governo taiwanese, in risposta ad una richiesta di aiuto inviata dagli Stati Uniti.
    I due Senatori del Michigan Gary Peters e Debbie Stabenow, oltre al senatore dell’Ohio Sherrod Brown, avevano inviato una lettera a Bi-khim Hsiao, rappresentante economico e culturale di Taipei in cui, oltre a ringraziare il Paese per gli sforzi tesi ad aiutare a superare la carenza, avevano anche fatto notare che si avrebbero potute essere prese ulteriori misure.
    Riferendosi alle fabbriche di auto in Usa, i Senatori avevano scritto: “Questi impianti sono assolutamente fondamentali per le nostre economie, e impiegano decine di migliaia dei nostri elettori e supportano una base di approvvigionamento critica che amplifica il loro valore fino a dieci volte”.
    I funzionari del Ministero dell’economia taiwanese si sono affrettati a mostrare il loro apprezzamento per il ringraziamento, ma hanno fatto notare che i produttori di chip del loro Paese non sono quelli primari che forniscono le Case automobilistiche. Tuttavia il ministro dell’Economia Wang Mei-hua ha parlato con i produttori di chip di Taiwan chiedendo di fornire assistenza.
    E la risposta è stata, in quanto di produttori sono “attivamente coinvolti” nella risoluzione del problema, rassicurante. “Sebbene la catena dell’industria dei chip per autoveicoli sia lunga e complessa – ha precisato il Ministro – con la piena collaborazione delle aziende del nostro paese, l’industria stima che l’offerta e la domanda per la produzione di chip per auto da parte dei produttori di chip dovrebbero raggiungere un equilibrio nel quarto trimestre di quest’anno”.
    Gli Stati Uniti sono la regione più colpita al mondo dalla crisi dei chip: dei 5,96 milioni di veicoli persi finora, l1,95 milioni riguardano l’industria del Nord America. Europa e Cina non sono molto indietro con perdite rispettivamente per 1,76 e 1,22 milioni. Le previsioni indicano che a fine anno i conteggi finali arriveranno a 2,25 milioni per il Nord America, a 2,22 milioni per l’ Europa e a 1,28 milioni per la Cina, con un impatto finanziario – secondo un rapporto di AlixPartners – di 110 miliardi di dollari.
   

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