Restituire di più e in fretta i risparmi accumulati grazie al lockdown che ha fatto crollare gli incidenti stradali e spinto gli utili e, dall’altro, poter tornare a distribuire i 4,4 miliardi di euro di dividendi ‘congelati’ o ridotti dallo scorso anno. L’Ivass, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, sferza da un lato le compagnie ‘ritardatarie’ ma promette il ritorno delle cedole a ottobre, quando scadrà il divieto chiesto dalle autorità europee . Norma per la verità non rispettata in maniera uniforme nel Continente dove alcuni big, una su tutte Allianz, hanno potuto beneficiare di eccezioni. Nella sua prima relazione annuale, il presidente Luigi Federico Signorini, approdato alla guida dell’Ivass lo scorso marzo, promette una maggiore integrazione con la Banca d’Italia e delinea l’azione della vigilanza per i prossimi mesi di uscita dalla pandemia. In primis la Rc Auto, tema sempre ‘al calor bianco’ nel nostro paese: i premi sono scesi del 5,5% ma gli oneri relativi ai sinistri, visto che il lockdown ha fatto crollare gli incidenti di quasi un terzo, sono calati del 20%. Uno squilibrio cui porre rimedio, come chiede anche l’autorità europea. Fino a ora, su base volontaria, le compagnie hanno restituito o promesso in diverse forme circa 800 milioni di euro sui 2,2 miliardi risparmiati. Signorini, ora che l’Italia ha riaperto, chiede alle assicurazioni “ritardatarie’ di agire “urgentemente” e suggerisce ai clienti di vedere (e comportarsi di conseguenze) quale è stato il comportamento della propria compagnia. Appelli che non bastano ad alcune associazioni di consumatori. Il Codacons quantifica per le compagnie un risparmio di 3,9 miliardi e chiede un intervento del governo che renda i rimborsi obbligatori. Sul fronte economico la situazione sta migliorando, seppure con tutte le cautele, e il settore non ha comunque sofferto come altri in Francia e Germania a causa della scarsa dimestichezza degli italiani con le coperture assicurative. Situazione che ricorda i minori danni subiti dalle banche italiane, poco presenti nel trading e nella finanza più evoluta, nella prima crisi finanziaria. Il il RoE medio del settore resta elevato, anche se in leggero calo rispetto al 2019 (dal 12,3 all’11,6 per cento). Certo il comparto Vita ha subito un calo del 20% dei profitti ma quelli dei Danni, trainati anche dall’Rc Auto, sono saliti del 45%. Il comparto non ha dovuto subire gli effetti visti in altri paesi nel risarcire ad esempio l’interruzione dell’attività produttiva delle imprese perchè le nostre aziende non siglano questo genere di polizze esponendosi ai rischi. Ma se ha salvato i bilanci, questa arretratezza rischia di far pagare al nostro paese un conto salato e insostenibile per le finanze pubbliche nei prossimi anni. Specie sul rischio climatico e di catastrofi naturali, Signorini chiede perciò di aprire una riflessione su come introdurre una polizza obbligatoria o semiobbligatoria per minimizzare ex ante i costi pubblici e privati.
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