Porsche Engineering, fornitore di servizi tecnologici e consociata interamente controllata da Porsche AG, ha aperto una seconda sede tecnologica in Romania a Cluj-Napoca. Una espansione che accompagna il crescente impegno del costruttore di auto sportive nell’ambito della elettrificazione ma che corrisponde anche alla maggiore richiesta da parte dei clienti diretti – il Gruppo Volkswagen – e di quelli esterni per sviluppare programmi e soluzioni sempre più complessi.
“il lavoro di un programmatore potrebbe cambiare completamente nei prossimi 20 anni – spiega Marius Mihailovici, amministratore delegato di Porsche Engineering Romania – perché assisteremo anche nel nostro ambito ad una crescente automazione. Sempre più spesso, il software verrà testato dal software stesso e non dalle persone. Il test manuale scomparirà completamente. I confini tra auto e ambiente si stanno confondendo e gli sviluppi al di fuori dell’industria automobilistica ci costringeranno a ripensare le cose, poiché le auto sono sempre più integrate nella vita digitale dei loro conducenti”. Il software è diventato sempre più un fattore determinante nello sviluppo automobilistico e lo dimostra il fatto che già oggi – senza che il guidatore se ne renda conto – si viaggia a bordo di veri e propri computer ‘mobili’. Una moderna auto di fascia media contiene una rete composta da decine di unità di calcolo (tra 70 e 100 ECU) che svolgono le più diverse funzioni.
Le centraline controllano l’iniezione del carburante, regolano il comportamento di frenata e monitorano il sistema di condizionamento dell’aria.
E il prossimo passo sarà rappresentato dagli HCP (cioè le piattaforme di calcolo ad alte prestazioni) che consentiranno di integrare una potenza di calcolo significativamente maggiore in una ECU. La maggiore potenza di calcolo e integrazione sono necessarie perché il numero di righe di codice e la complessità delle funzioni nel veicolo aumentano di anno in anno. In un’auto moderna ci sono 100 milioni di righe di codice, molte di più – ad esempio – di un areo passeggeri come il Boeing 787 Dreamliner che ne ha solo 14 milioni.
“Ci sono molte righe di codice, ad esempio, anche nei sistemi di intrattenimento e per la navigazione – precisa Mihailovici – A ciò si aggiunge la possibilità di collegare all’auto smartphone e altri dispositivi, possibile anche solo con software complessi. Le funzioni più importanti includono lo scambio di dati con altri utenti della strada e l’infrastruttura, l’aggiornamento dei veicoli dal Cloud ed eventualmente anche la guida autonoma. Lo sviluppo del software automobilistico è diventato un atto di bilanciamento piuttosto complicato visto che devono essere soddisfatte le norme di sicurezza e i requisiti dei clienti”.
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