Quando Nissan Leaf dieci anni fa approdò sul mercato, il mondo dell’auto era un altro mondo e le vetture elettriche erano guardate come oggetti di un futuro lontano. Dopo due lustri, Leaf è ancora saldamente sulla scena: è stata ridisegnata, molto migliorata quanto a dotazioni tecnologiche ed autonomia, sfoggia con fierezza le sue linee senza compromessi e soprattutto è diventata un’auto simbolo tra le elettriche pure, ormai in ampia espansione. E’ diventata, insomma, un’auto ‘normale’, per tutti i giorni. Di massa, come era nei progetti.

Per celebrare l’anniversario, Nissan ha presentato sul mercato Leaf10: un pacco batterie da 62 kWh che consente di percorrere fino a 400 km con una ricarica, sistema Wi-Fi di bordo, servizi di connettività avanzati e i sistemi di assistenza alla guida ProPILOT e e-Pedal. ANSA Motori ha provato lungamente la versione celebrativa di Leaf, ponendosi come obiettivo proprio quello di utilizzarla come auto da tutti i giorni. Come tutte le vetture elettriche pure, anche Leaf richiede un periodo di adattamento e chi è al volante deve imparare un nuovo modo di guidare. Intendiamoci: il feeling scatta immediato, il lavoro di cesello di 10 anni a bordo si apprezza completamente e il fruscio appena percepibile quando si è in movimento regalano una sensazione di avvolgimento totale, che diventa coinvolgimento quando si opta per uno stile di guida più frizzante. Ma è proprio l’accelerazione generosa che si deve imparare a dosare, con fluidità e senza troppi strappi, per muoversi in tranquillità e senza angosce da ricarica.

In ambito urbano, Leaf dà il meglio di sé e l’autonomia davvero non è un problema. Grazie alla modalità massima di recupero energetico e all’utilizzo dell’ePedal che consente – in pratica – di non toccare quasi mai il pedale del freno, la rigenerazione energetica è rilevante e l’autonomia presunta è nettamente minore rispetto a quella reale. E’ sufficiente qualche chilometro al volante nel pieno del traffico urbano per apprezzarne la qualità. Ogni decelerazione, ogni alleggerimento di andatura, ogni stop al semaforo sono sfruttati al massimo per ricaricare la batteria.

Diverso il discorso su strade veloci: con i suoi 217 Cv e uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi, uniti a una grande stabilità su strada e all’immediata risposta di propulsore e sterzo, Leaf può invogliare a una guida sportiva, perdendo di vista l’autonomia e vanificando gli accorgimenti tecnologici che prolungano le percorrenze. Abbiamo provato, anche in questo caso, a viaggiare in autostrada per un centinaio di chilometri, in pianura e a velocità consentita dal codice. Senza strafare ma senza pensare alla ricarica, a velocità costante, coadiuvati dall’efficientissima assistenza assicurata dal ProPilot che su Leaf rivela probabilmente la sua miglior espressione. Senza decelerazioni o frenate che ricaricano la batteria, e senza quelle variazioni percepibili nell’andatura utili all’accumulo energetico, l’autonomia diminuisce sensibilmente. I 130 km/h consentiti dal codice, con Leaf lo sono soltanto a patto di non dover percorrere più di 200 km. A velocità meno sostenute, ovviamente, la percorrenza aumenta. L’optimum è rappresentato dai 100 km/h: una velocità che consente di togliersi d’impaccio con i mezzi pesanti, ma adatta al lunghi viaggi in totale relax.

In sintesi: con percorrenze medie giornaliere di 35 km in città, è ampiamente sufficiente una ricarica ogni 7-10 giorni. L’ideale per l’elettrico sarebbe quella di sfruttare ogni sosta prolungata per riportare la batteria al 100% di ricarica. Purtroppo, però, ancora ci si scontra con la carenza di infrastrutture: il numero di colonnine presenti in Italia, soprattutto quelle superveloci, è ancora insufficiente e in pochi possono contare sulla possibilità di ricarica domestica. Non è infatti un caso che degli oltre 500mila esemplari di Leaf fin qui venduti nel mondo, 180mila in Europa, soltanto seimilia siano quelli circolanti in Italia. Per quanto ci riguarda, abbiamo testato anche la ricarica casalinga: con un normale impianto domestico da 3 kWh bisogna aver pazienza mezza giornata per portare la vettura a un buon livello di ricarica. Di contro, però, potendo contare sulla comodità della presa a casa, si sfrutta ogni singola sosta. E a quel punto, l’ansia di ricarica svanisce.

Questa versione speciale di Leaf, identificata da uno speciale logo sul montante, sfoggia il meglio della tecnologia sviluppata in questi dieci anni. Ormai è un’auto non più del futuro – come quando fece il suo esordio – ma perfettamente a suo agio nel presente. I sistemi avanzati di assistenza alla guida ProPILOT e e-Pedal diventano imprescindibili per una guida più sicura e confortevole, al passo con i tempi. A bordo, il Wi-Fi integrato in 4G permette di connettere a internet fino a sette dispositivi. Il design esterno è ispirato allo stile di Ariya, la più recente elettrica di Nissan, con un motivo kumiko – un disegno geometrico giapponese – che mette in evidenza gli specchietti retrovisori, la linea del tetto e il bagagliaio. Due le colorazioni disponibili: Pearl White, come quella oggetto della nostra prova, e Dark Metal Grey entrambe con tetto nero di serie. I cerchi in lega sono da 17 pollici. Leaf10 può anche essere monitorata da remoto con l’app NissanConnect, che consente di controllare il livello di carica della batteria, aprire o chiudere il veicolo, programmare l’accensione del climatizzatore e perfino controllare l’area di utilizzo della vettura e la velocità raggiunta.

Il prezzo d’attacco di Nissan Leaf, in versione Acenta con batteria da 40 kWh è di poco superiore ai 35mila euro. Per la versione celebrativa oggetto della nostra prova ne servono oltre 43mila.

In dieci anni, Leaf ha fatto il passo del gambero, vincendo la sua sfida: dal futuro al presente.