La Giustizia giapponese chiede quasi tre anni di prigione per la coppia di padre e figlio, cittadini americani, che hanno ammesso di aver aiutato l’ex capo della Nissan Carlos Ghosn a fuggire dal Giappone. L’accusa, in un tribunale di Tokyo, chiede una sentenza di due anni e 10 mesi per l’ex membro delle forze speciali Michael Taylor e due anni e sei mesi per suo figlio Peter. Lo scorso mese l’ex Berretto verde,Michael Taylor, e il figlio di 28 anni, Peter, avevano ammesso di aver preso parte al piano che ha consentito a Ghosn di lasciare il Giappone su richiesta della moglie di quest’ultimo, Carol. Il 60enne Michael si è scusato, inchinandosi davanti ai tre giudici della Corte insieme al figlio, e spiegando di provare rimorso per le sue azioni con la voce rotta dal pianto, raccontano i media locali.
    In base ai capi di accusa i due uomini avrebbero prelevato l’ex tycoon 67enne dalla sua residenza al centro di Tokyo, trasportandolo successivamente in un albergo della capitale, per poi dirigersi nella città di Osaka. Da lì hanno nascosto Ghosn in una cassa per strumenti musicali, prima di imbarcarlo su un aereo privato diretto in Turchia, malgrado sapessero che l’ex dirigente fosse in libertà vigilata e non era autorizzato a lasciare il Paese. Ghosn ha poi proseguito per il Libano, dove tuttora risiede. La nazione non ha mai firmato un trattato di estradizione con Tokyo. Il numero uno della Nissan era stato incarcerato nel novembre del 2018 con l’accusa di vari illeciti finanziari, e per aver sottostimato i suoi compensi nell’arco di diversi anni. Imputazioni che l’ex manager ha sempre negato, definendosi vittima di una cospirazione all’interno della casa auto, e ostaggio di quella che ha definito ‘l’ingiustizia giapponese’. Il suo braccio destro, l’americano Greg Kelly, si trova tutt’ora sotto processo a Tokyo, accusato di aver aiutato Ghosn a nascondere i suoi redditi. Il verdetto della Corte è atteso per la fine dell’anno.

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