“Occorre procedere step by step, per far crescere insieme la domanda e offerta di auto elettriche”. E’ questo il parere del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che in un intervista a Quattroruote commenta il nuovo maxi-pacchetto di direttive al varo della UE per il clima, nel quale compare anche lo stop alla vendita di auto con motori a combustione a partire dal 2035.

“È evidente – spiega Cingolani – come sia impensabile imporre un’elettrificazione di massa per decreto”, introducendo un altro aspetto prioritario, quello degli incentivi statali e delle misure volte a stimolare un effettivo svecchiamento del parco circolante privato, molto efficace sul fronte della riduzione delle emissioni, ma anche quello del trasporto pubblico, al quale il piano ha destinato diversi miliardi. Il ministro sottolinea anche di essere consapevole del fatto che oggi, sul mercato, non ci sia ancora un’auto elettrica realmente competitiva in termini di costi rispetto alle vetture a combustione interna, sottolineando il tema dell’accessibilità della transizione energetica.

 Il piano Ue impone “una trasformazione industriale, economica, sociale e organizzativa colossale – sottolinea il Cingolani – che è impensabile fare in un anno. Oggi non abbiamo abbastanza energia rinnovabile, non abbiamo una rete elettrica smart in grado di gestire un energy mix discontinuo, non abbiamo punti di ricarica sufficienti. Va costruito progressivamente un Paese nuovo, raggiungendo un compromesso sostenibile tra la necessità di avere un ambiente protetto e quella di conservare lo Stato sociale: non possiamo morire di inquinamento, ma neppure di disoccupazione”.

Nella visione del Ministro c’è spazio anche per l’idrogeno, ideale soprattutto per i mezzi pesanti (è prevista l’installazione di 40 stazioni di rifornimento lungo la dorsale del Paese), e per le infrastrutture elettriche: 4,5 miliardi di euro sono stati destinati all’installazione di 20 mila nuove colonnine per la ricarica dei veicoli a batterie. Cingolani ritiene anche essenziali che, entro il 2030, la potenza dell’elettricità proveniente da fonti rinnovabili sia portata dagli attuali 0,8 a 8 gigawatt l’anno. “Quando la diffusione delle colonnine a corrente continua sarà capillare – conclude il ministro – molti automobilisti scettici dell’elettrico cambieranno idea, perché il piacere di guida di un’elettrica ben fatta è altissimo”.

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