(di Giannantonio Pettinelli)
(ANSA) – ROMA, 11 LUG – Per agevolare la ripresa
dell’industria dell’auto occorre sì che lo Stato emani
provvedimenti come l’ecobonus per l’acquisto di vetture green ma
contemporaneamente occorre che vengano erogati aiuti per le case
automobilistiche in modo da poter mettere in cantiere progetti
per creare il futuro. Lo ha detto Luca De Meo, presidente e
amministratore delegato del Gruppo Renault, incontrando i
giornalisti durante una visita presso il quartier generale di
Renault Italia a Roma, lo stesso dove 28 anni fa ha iniziato
la sua carriera nel mondo dell’auto, ad un anno dalla sua nomina
a Ceo della Casa della Losanga.
“Se tu metti 1 euro di incentivi alla vendita – ha detto De
Meo – ne recuperi 1,1. Se ne metti 1 sulla produzione ne
recuperi 4”. In particolare De Meo ha sottolineato che gli
incentivi per l’acquisto di vetture elettriche e ibride plug in
sicuramente possono agevolare per creare la domanda: “io
metterei i soldi sulle vetture elettriche e sulle plug in perchè
sono auto relativamente costose e quindi con gli incentivi si
invoglia all’acquisto”. Ma per far riprendere il mercato
dell’auto, secondo De Meo bisogna lavorare anche sull’usato.
“Occorre svecchiare il parco circolante e far passare chi ha
auto euro 2 o euro 3 a vetture, anche usate, euro 6. Così
facendo abbiamo abbassato le emissioni inquinanti e
contemporaneamente aumenterebbe il valore residuo dell’usato e
porterebbe di conseguenza anche benefici sul nuovo”.
Inoltre secondo De Meo è importante lavorare sulle
infrastrutture. “Se io dovessi dare un suggerimento ad un capo
di governo – ha affermato – gli direi di investire in
infrastrutture, nella defiscalizzazione per creare ecosistemi
produttivi specializzati in tecnologia avanzate che altrimenti
non sarebbero competitivi in paesi come la Francia o l’Italia.
Bisognerebbe mettere gli investimenti più in alto possibile, ma
per far questo bisogna avere le capacità”.
Una ricetta per rilanciare l’industria dell’auto secondo de
Meo potrebbe essere la creazione di “zone franche verdi” per le
case che investono in mobilità green. “Non è un’idea
rivoluzionaria perché era già stata attuata per ridurre la
disoccupazione nei Paesi dell’est negli anni ’90. La creazione
di zone franche verdi con riduzioni delle tasse di produzione e
degli oneri sociali sarebbe una soluzione abbastanza
intelligente per accelerare la trasformazione in alcuni
settori”. Un modello che De Meo ha illustrato nei giorni scorsi
al governo Macron e che, secondo lui, potrebbe essere attuato
anche in Italia. Nell’ambito della Renault, ha citato l’esempio
di Electricity, un complesso industriale in Hauts-de-France
attorno a tre stabilimenti esistenti che produrranno, tra
l’altro, la nuova R5 elettrica. “Potrebbe metterci nelle
condizioni di dimostrare che siamo capaci di produrre un’auto
elettrica democratica nel cuore dell’Europa, nel cuore del Paese
invece che in Marocco o in Turchia”.
Riguardo i nuovi standard sulle emissioni che dovrebbero
essere presentati dalla Commissione europea nei prossimi giorni,
il Ceo del Gruppo Renault ha auspicato che venga salvata la
tecnologia ibrida, “l’unica in grado di garantire un’alternativa
per chi non potrà avere accesso alle auto elettriche ancora a
lungo. Se dal 2035 venissero proibiti i motori a combustione –
ha spiegato – potrebbero presentarsi due scenari: si aboliscono
tout court, oppure si ammettono, ma solamente in versione full o
plug-in hybrid. Noi crediamo che queste tecnologie siano da
salvaguardare, perché non sappiamo se per allora il costo delle
auto elettriche sarà sceso a sufficienza da renderle accessibili
a tutti. Senza contare che se la fine dei motori termici venisse
annunciata creerebbe già ora una distorsione del mercato, con un
impatto immediato sulla domanda”.
Infine De Meo ha posto l’accento su un’altra grande priorità
per vincere la riluttanza verso la mobilità green: la rete di
ricarica delle auto elettriche. “Italia e Spagna – ha detto –
sono il fanalino di coda dell’Europa per quanto riguarda i punti
di ricarica di vetture full electric sulla rete urbana,
extraurbana e autostradale. Occorre investire velocemente in
queste infrastrutture”. (ANSA).
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